Una recensione a “Il cielo per ultimo” sul sito della Libreria AL SEGNO
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Una recensione a Il cielo per ultimo sul sito IL LIBRAIO con una piccola anteprima.
Il cielo per ultimo tra i consigli di lettura della trasmissione PETRARCA TGR, in onda su Rai Tre (puntata del 28 aprile 2019).
Ci sono film molto belli e poi ci sono film che esprimono un’idea del mondo e un’idea del cinema. ROMA di Alfonso Cuaron a mio avviso fa parte di questo secondo gruppo. Ci ho ritrovato la stessa poesia, la stessa grazia, lo stesso sguardo delicato eppure potente dei classici del neorealismo.
Ci faccio una fatica nera (tanto per fare una citazione).
Una intervista, anzi una chiacchierata con gli organizzatori del Premio Letterario “Carlo Piaggia”.
Una bella chiacchierata quella di ieri alla Feltrinelli di Livorno insieme a Marco Amerighi, che ha presentato il suo romanzo: Le nostre ore contate (Mondadori).
“Questo libro ha molte anime, e contiene molti temi e sotto-temi. Non c’è solo l’amianto e l’idea di una letteratura ‘politica’ che illumini alcune tra le pagine più nere della nostra storia italiana: ci sono quattro adolescenti che vedono nella musica punk la possibilità di un futuro diverso da quello dei loro padri; c’è una Toscana aspra e solitaria, lontana dalle immagini stereotipate da cartolina, con i vitigni in fiore o le città d’arte; c’è un rapporto faticoso, quasi ribaltato, tra un padre e un figlio; e poi ci sono due casi di persone scomparse che fanno da il fil rouge all’intera narrazione”. Sono parole dell’autore.
– Il Padreterno che sa tutto… quando nasci, quando muori e chi può saperlo? No. ‘Un lo so a cosa serve questo sasso qui ma a qualcosa deve servire, perché se questo è inutile, allora è inutile tutto. Anche le stelle. Almeno credo. E anche tu… anche tu servi a qualcosa con la tu’ testa di carciofo.
Dal dialogo tra Gelsomina e il Matto ne La Strada, di Federico Fellini
Un incontro su Giulietta Masina, sabato 16 dicembre 2017, all’interno di Lezioni di Cinema al Museo del Mediterraneo di Livorno.
LIBERI DI EMIGRARE
Un’ intervista per il periodico livornese SENZA SOSTE
Nel 1954 esce in Italia Geografia della fame, uno dei libri più conosciuti del sociologo brasiliano Josué De Castro, il quale voleva farne un film e per questo interpellò Cesare Zavattini. A un certo punto, mentre si va impostando il lavoro, si fa vivo Roberto Rossellini: anche lui vorrebbe girare una pellicola traendo spunto da quel libro.
Le lettere, le telefonate, i telegrammi che si scambiano i tre nel corso degli anni è un vero e proprio romanzo sulla realizzazione di un film: dalla scelta del genere (un documentario? una storia? un film a episodi?) al reperimento dei fondi, alla stesura della sceneggiatura, all’allestimento di una troupe.
Il film non verrà mai realizzato, ma di quel carteggio Maria Carla Cassarini ha realizzato per Edizioni Erasmo un bellissimo libro cui ho avuto la fortuna di collaborare.