Su UN MORSO ALL’IMPROVVISO

“Una grande felicità espressiva, un’oralità scritta, una vera e propria festa della lingua. I personaggi, anime sbandate, sono autentici, palpitanti e si sente il sapore d’avventura fiabesca, picaresca, quasi collodiana”.
(Fabio Stassi)

“Leggere queste pagine piene di amore verso il padre è un balsamo per l’anima”.
(Sandro Bonvissuto)

“La voce è speciale e tutta sua: tinta di toscanismi e neologismi trasfigura il mondo in metafore serrate ed è una gabbia di rappresentazione che ben lega, nel suo eccesso e senza intento realistico, con la malattia. Un filtro che si tinge di ironia e poesia, anche nelle vicende, che maschera una realtà pesante e amara.
Le avventure del «vermiciattolo schizzopatico» Beo lasciano al lettore una sensazione tanto delicata e profonda, quanto ineluttabile.
(Alessandro Beretta, La Lettura – Corriere della Sera, 11 giugno 2023)

La chicca. Una scrittura delicata e un tratteggio kafkiano delle figure.
(Il Fatto quotidiano, 17 giugno 2023)

“Lampi fulminei e chirurgici sulla realtà. Ascoltarli è immergersi nello sguardo dell’altro, del diverso. Un racconto che divide il mondo tra chi le parole le trova e chi no. Nella certezza (chiarissima) che non trovare le parole sia la sconfitta”.
(Silvia Gusmano, L’Osservatore Romano, 9 giugno 2023)

La verità è che Michele Cecchini, nel panorama italiano, è unico. Il modo in cui tratta argomenti al limite tra squallore e marginalità con uno stile trasognato, scanzonato è qualcosa di lodevole (…). Ci sono pagine che fanno sorridere, altre sono dei pugni nello stomaco. Il linguaggio di Cecchini è variopinto ed evocativo, pregno di correlativi oggettivi, la scrittura è affabulatrice come nella migliore delle tradizioni toscane.
(Gianmarco Lotti, La Repubblica, 20 dicembre 2023)

Il segreto vincente del nuovo romanzo di Michele Cecchini, Un morso all’improvviso, è l’avere scelto la fragilità del protagonista per incrinare la banalità del quotidiano.Una pietra d’inciampo che svela l’assenza di verità e di giustizia nell’esistenza contemporanea, l’infelicità che si nasconde nelle alienazioni e nelle illusioni. Tutto questo con un linguaggio ricco di varianti linguistiche le quali creano un sottofondo musicale che diventa colori,odori,emozioni e sentimenti.
(Mariapia Bonanate, Famiglia Cristiana, 30 luglio 2023)

Delicatezza e ironia permettono a Cecchini di trattare la schizofrenia con una maestria davvero stupefacente. Perché è anche quella particolare malattia che l’autore racconta e lo fa con piglio serio ma allo stesso tempo dolce.
(Simone Innocenti, Corriere della Sera – Corriere fiorentino, 21 settembre 2023)

 

Su E QUESTO È NIENTE

“Una prosa musicale, impertinente e svolazzante, come sa essere il dialetto toscano, e però nel frattempo ti scava dentro”; “Nel libro c’è tutto il paradosso che è l’esistenza umana”
(Lorenzo Marone, Tuttolibri – La Stampa)

“Uno dei romanzi più sorprendenti dell’anno. E non solo perché diverte, commuove e arricchisce (…) Un romanzo dalla scrittura insieme poetica e diretta, lieve e dura, ironica, scanzonata e cruda che ci porta, senza retorica, nell’universo di chi non parrebbe avere voce”.
(Giulia Galeotti, L’Osservatore romano)

«Uno scrittore con un passo unico, felice, che merita molta attenzione».
(Andrea Bajani)

“Un libro partecipato, ispirato, che viene da lontano. Bellissimo”.
(Fabio Stassi)

“Un romanzo inusuale, una voce narrante meravigliosa, ironica, leggera; c’è un grandissimo disincanto nei confronti della sua situazione, però nello stesso tempo una grandissima curiosità nei confronti del mondo”
(Mariapia Veladiano)

“Un romanzo coraggioso e delicato che colpisce per stile, storia, contenuto. Una scrittura lieve e stupefacente”
(Simone Innocenti, La Lettura – Corriere della Sera)

“Capita che l’alieno tetraplegico parli un italiano limpido, buono per dire le storie, e nel mondo dell’italiese da romanzo (quello impostato da Moravia, dilagato per via editoriale) lui sembri un alieno. Quale sublime ironia, sì.”
(Tiziano Gianotti – Repubblica – D Donna)

“Un romanzo scritto con tale grazia e ironia che fa l’effetto di una boccata d’aria fresca (…). La voglia e la paura di vivere, l’ansia di abbracciare il mondo e il desiderio di ritrarsene con una profonda dormita mantengono in perfetto equilibrio, tra lo strazio e lo spasso, un libro capace di trasfigurare il dolore nel piacere della narrazione”.
(Fabio Canessa, Il Tirreno)

“Uno sguardo scherzoso e scanzonato”
(La Nazione)

“Il romanzo di Michele Cecchini, forte della sua scrittura cruda e al contempo delicata, suona come una fiaba senza fiabesco, dove il tono non è mai patetico, al contrario, è scanzonato e lucido come quello che solo i bambini sono in grado di possedere”
(Antonella Landi, Il Corriere della Sera – Corriere Fiorentino)

 

Su IL CIELO PER ULTIMO

Ameremo questo romanzo, e il suo autore, in eterno. (…) Una scommessa ai limiti dell’impossibile. Ma Michele Cecchini la vince imperiosamente. Con un grande esperimento linguistico e letterario.
(…) Una sfida portata ai confini estremi della scrittura e che sarà impossibile dimenticare.
(Piergiorgio Paterlini, La Repubblica, Robinson)

Un andamento scherzoso che ben presto, però, si trova a fare i conti con una soffusa e tenera
malinconia. (…) Un magico di grande tenerezza. Un racconto intenso e con un finale inaspettato, che ha la sua forza nei personaggi da realismo magico.
(Ermanno Paccagnini, La Lettura, Corriere della Sera)

Un romanzo pieno di tenerezza. Un viaggio attraverso le parole.
(La Repubblica, Robinson)

Per chi ancora crede nel potere medicamentoso della gentilezza e della fantasia.
(Fabio Stassi)