Mercoledì 20 dicembre su Repubblica – Firenze è uscita una recensione di “Un morso all’improvviso” a cura di Gianmarco Lotti.
Ci sono pagine che fanno sorridere, altre sono pugni nello stomaco. Il linguaggio di Cecchini è variopinto ed evocativo.
Mercoledì 20 dicembre su Repubblica – Firenze è uscita una recensione di “Un morso all’improvviso” a cura di Gianmarco Lotti.
Ci sono pagine che fanno sorridere, altre sono pugni nello stomaco. Il linguaggio di Cecchini è variopinto ed evocativo.
Sono molto felice di essere ospite a Luzzara (Reggio Emilia), sabato 4 novembre 2023, del Centro Culturale Zavattini, il centro operativo di Fondazione Un Paese. Parleremo di “Un morso all’improvviso” ma anche del signor Cesare, uno dei personaggi de “Il Cielo per ultimo”, molto liberamente ispirato appunto alla figura di Zavattini. Il quale fu autore di una bellissima introduzione a un’edizione Einaudi di Pinocchio del 1961.
Sul Corriere della Sera – Corriere fiorentino, nella versione online, è stata pubblicata il 21 settembre una recensione a “Un morso all’improvviso” a cura di Simone Innocenti.
Delicatezza e ironia permettono a Cecchini di trattare la schizofrenia con una maestria davvero stupefacente. Perché è anche quella particolare malattia che l’autore racconta e lo fa con piglio serio ma allo stesso tempo dolce. Ed è inutile raccontare troppo di questa storia, che va letta dall’inizio alla fine. Perché anche sul finale che Cecchini sceglie ci sarebbe da dire un bel po’. E da rifletterci molto.
Sulla rivista: “Dire fare insegnare”, nella sezione “Nuovi spunti per la didattica”, compare una recensione di “Un morso all’improvviso”.
Un morso all’improvviso, edito da Bollati Boringhieri, è un romanzo delicato, in grado di aiutare i ragazzi e le ragazze della secondaria di II grado a riflettere su temi come l’emarginazione, l’alienazione e la morte con sincerità e compassione.
Da lunedì 18 settembre è disponibile sulle varie piattaforme (Spreaker, Spotify, ecc) la puntata del Podcast “Fuori dalle righe” in cui sono stato ospite per parlare di “Un morso all’improvviso”.
“Fuori dalle righe” è un Podcast di Radio Sankara a cura di Erika Pucci.
Su “Valdarno oggi” una recensione a “Un morso all’improvviso” a cura di Gianmarco Lotti.
Cecchini è un fenomeno nel trattare con dolcezza e ironia un problema mentale serio e preponderante come la schizofrenia. Si badi bene, non la minimizza o banalizza, anzi, riesce a analizzarla da un angolo inconsueto, mostrandola quasi come un gioco, una serie di regole o fissazioni o superstizioni che caratterizzano un protagonista indimenticabile come Beo.
Sulla rivista letteraria Satisfiction, una recensione a “Un morso all’imropovviso” a cura di Chiara Gilardi.
È questo un romanzo struggente ed emozionante, poetico e realistico al contempo. Un romanzo che non ci dà scampo, né vie di uscita: si mostra a noi con la sofferenza di colui che è ben consapevole di essere malato ma che desidera raccontarsi senza maschere. Cecchini sa essere ironico e scanzonato ma sempre garbato e lieve, poetico, di una poesia sobria e luminosa e per questo ancor più suggestiva e affascinante.
Su ELLE Decor Italia, la rivista di design, arredamento e stili di vita, architettura e arte, una recensione di “Un morso all’improvviso” a cura di Paola Maraone, nella sezione: “I libri che ci abitano”.
C’è un talento non comune in questo romanzo così fuori dall’ordinario che lascia indelebile traccia a chi ha la ventura di leggerlo; nel susseguirsi di microscopiche e cosmiche favole e nel modo in cui Cecchini accosta le parole, mescolando alto e basso, espressioni dialettali e auliche, potenti metafore che raccontano la vita in due righe.
Su L’Osservatore Romano del 5 giugno 2023 è pubblicata una recensione di “Un morso all’improvviso” a cura di Silvia Gusmano.
Del resto, è un libro di parole, il racconto di Beo. Un racconto che divide il mondo tra chi le parole le trova e chi no. Nella certezza (chiarissima) che non trovare le parole sia la sconfitta.
Sul “Fatto Quotidiano” di sabato 17 giugno 2023, “Un morso all’improvviso” è LA CHICCA.
Con una scrittura delicata e un tratteggio kafkiano delle figure, l’autore delinea il mondo alieno di Beo fino a restituirgli i suoi contorni umani.
© 2024 Michele Cecchini
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