Una giornata con Dino Campana

Sul portale Le Parole e Le Cose è uscito un mio breve racconto dal titolo: “Tutto va per il meglio, nel peggiore dei mondi possibili – Una giornata con Dino Campana”.

“Signor Dino?”
Il giornale si abbassa come un sipario all’incontrario e mi appare un faccione largo quanto un piazzale. Dalla barba rossa bella zeppa sbrilluccicano due occhi azzurrognoli liquidi e potenti. Non sembra infastidito, anche se il tono è secco quando mi fa: “Cosa avete da guardare?”
“Niente, ci tenevo a incontrarvi”.

Campa Cavallo

Lucca, Sabato 7 dicembre alle ore 17,30
Centro di Salute Mentale Adulti (La casina rossa)
UN MORSO ALL’IMPROVVISO

Insieme a Giulio Sensi e Adalgisa Soriani (Responsabile della Salute Mentale adulti e SPDC ASL Zona distretto Piana di Lucca)

La eassegna CAMPA CAVALLO è organizzata da Fondazione per la Coesione Sociale, Azienda USL Toscana Nord Ovest, Fondazione Mario Tobino, CREA cooperativa sociale e Centro Studi e Ricerche Lippi Francesconi; in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Fondazione Carnevale di Viareggio

L’Ordigno del ferroviere

Con “L’Ordigno del Ferroviere” inizio una collaborazione con la rivista letteraria online “Il primo amore”.
Si tratta del primo di una serie di ritratti / racconti / testimonianze / biografie minime dedicate a persone la cui vita, lontana dai riflettori e dalle cronache, merita a mio avviso di essere raccontata in quanto significativa a vari livelli e capace di mantenere vivo un briciolo di speranza.

Il protagonista qui è Franco Santini, il cui impegno credo vada a incrementare quel senso di comunità, collettività e condivisione che oggi purtroppo va sgretolandosi.

Ci vuole un villaggio

Nella Newsletter n. 19 di “Ci vuole un villaggio”, Silvia De Bernardin parla di “una serie di foto, un po’ di numeri e un romanzo per parlare di paternità e congedi”.
Il libro cui si riferisce è “Il cielo per ultimo”.

È un romanzo, questo di Michele Cecchini, che tra le righe della storia principale dice tanto su tante cose diverse: riflette sul valore delle parole e sui meccanismi della comunicazione, allarga i confini della “famiglia” alla comunità, indica la gentilezza come un modo possibile di stare al mondo e di trattare se stessi, le proprie debolezze e quelle degli altri.

 

Franco Ferrucci

Mercoledì 31 luglio, per l’ultimo appuntamento della rassegna “Leggermente”, c’è stato un ricordo di Franco Ferrucci, lo storico libraio della Gaia Scienza di Livorno e fondatore delle Edizioni Erasmo.È stato bello ricordarlo, a dieci anni dalla scomparsa. Anche un modo per dire a noialtri che quello che si fa, forse, ha un senso.
(Le foto sono di Riccardo Tagliati)

 

Pontormo

Qualche giorno fa sono stato ospite del Liceo Scientifico Il Pontormo di Empoli per incontrare i ragazzi. Dagli incontri nelle scuole vengono sempre fuori cose molto interessanti. Gli allievi che hanno letto il libro riescono spesso a stupire con osservazioni profonde e riflessioni acute, segno evidente di un approccio al testo particolare, molto personale. Per questo ritengo che i ragazzi non siano affatto i “lettori di domani”, ma lettori a tutti gli effetti.

Quando parla chi non può parlare

Sul blog Manifesto4ottobre è uscita una recensione (direi quasi un piccolo saggio) su E QUESTO È NIENTE, a cura di Antonio Greco.
È sempre una gratificazione enorme essere letti con tanta cura ed attenzione. Le righe di Antonio Greco colgono molto bene l’intento sociale, politico di quel che ho scritto, rimarcando l’importanza di una figura come quella di Adriano Milani. E mi ha fatto molto piacere la sottolineatura sull’intento (poi tradottosi in legge) circa l’inclusione dei disabili a scuola, argomento decisamente attuale.

Il romanzo di Cecchini non ha sapore moralistico o didascalico o di denuncia. È il capolavoro di un artista. Si immerge in Giulio, vede con i suoi occhi, guarda e insieme sogna, vede più in profondità e annuncia un modo diverso di vedere e di capire le cose.
(…) Le ultime pagine del romanzo hanno il sapore di “testimonianza politica” gigantesca verso i soggetti deboli.

 

Izzera (va alla Merica)

L’esordio a Palermo, presso il Teatro Atlante, è stato molto bello, emozionante, partecipato.
Adesso Izzera (va alla Merica) parte per un viaggio che spero la porti lontano.

Io ho scritto le parole, Preziosa Salatino ha dato anima e corpo a questo personaggio, interpretando e curando la regia di uno spettacolo teatrale cui teniamo molto.

Buona cianza, Izzera nostra.

Izzera, la prima.

Palermo, Teatro Atlante

IZZERA (VA ALLA MERICA)
Monologo teatrale di Michele Cecchini
Con Preziosa Salatino

Prima assoluta
sabato 6 aprile 2024, ore 21
domenica 7 aprile 2024, ore 18

Izzera è un monologo teatrale che ha per protagonista una ragazza che, alla fine degli anni 20, parte da un paesino delle zone montuose della Lucchesia per raggiungere il fidanzato emigrato a San Francisco.
Ne emerge un affresco della cosiddetta “Merica”, percepita come troppo grande, e della condizione di sradicamento degli “italians”, costretti a pala e piccone.
Un disorientamento anche linguistico: come tutti gli altri, Izzera infatti a poco a poco parlerà l’italiese, quello strampalato miscuglio di italiano e inglese tipico degli emigrati di prima generazione: una commistione goffa eppure estremaente poetica, che racconta il disperato tentativo di integrarsi in una realtà tanto diversa da quella di origine da parte di chi è destinato ad abitare una “terra di mezzo”, quella di chi non è ancora e allo stesso tempo non è più.

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