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Cinema a Colazione

Oggi ho portato il mio piccolo contributo a un’importante iniziativa che si svolge da un paio d’anni nelle sale cinematografiche di Livorno, “Cinema a Colazione”.
Sono stato invitato a presentare il film di Almodovar “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”. Ho ragionato di telefoni ‘vecchia maniera’ e di un bellissimo monologo teatrale scritto nel 1930 da Jean Cocteau – “Una voce umana”. Quel monologo è alla base non solo di questo film ma anche di un cortometraggio dello stesso Almodovar di qualche anno fa. Vale la pena vedere, in proposito, la versione girata da Roberto Rossellini e interpretata da Anna Magnani (si tratta di uno degli episodi del film: “L’amore”).

Grazie al Circolo Kinoglaz, al Centro Studi Commedia all’italiana, al FiPiLI Horror Festival e all’associazione “50 e più” per avermi invitato e, soprattutto, per avere dato vita a questa rassegna.

Repubblica

Mercoledì 20 dicembre su Repubblica – Firenze è uscita una recensione di “Un morso all’improvviso” a cura di Gianmarco Lotti.

Ci sono pagine che fanno sorridere, altre sono pugni nello stomaco. Il linguaggio di Cecchini è variopinto ed evocativo.

Centro Culturale Zavattini

Sono molto felice di essere ospite a Luzzara (Reggio Emilia), sabato 4 novembre 2023, del Centro Culturale Zavattini, il centro operativo di Fondazione Un Paese. Parleremo di “Un morso all’improvviso” ma anche del signor Cesare, uno dei personaggi de “Il Cielo per ultimo”, molto liberamente ispirato appunto alla figura di Zavattini. Il quale fu autore di una bellissima introduzione a un’edizione Einaudi di Pinocchio del 1961.

Corriere della Sera – Corriere fiorentino

Sul Corriere della Sera – Corriere fiorentino, nella versione online, è stata pubblicata il 21 settembre una recensione a “Un morso all’improvviso” a cura di Simone Innocenti.

Delicatezza e ironia permettono a Cecchini di trattare la schizofrenia con una maestria davvero stupefacente. Perché è anche quella particolare malattia che l’autore racconta e lo fa con piglio serio ma allo stesso tempo dolce. Ed è inutile raccontare troppo di questa storia, che va letta dall’inizio alla fine. Perché anche sul finale che Cecchini sceglie ci sarebbe da dire un bel po’. E da rifletterci molto.

Valdarno oggi

Su “Valdarno oggi” una recensione a “Un morso all’improvviso” a cura di Gianmarco Lotti.

Cecchini è un fenomeno nel trattare con dolcezza e ironia un problema mentale serio e preponderante come la schizofrenia. Si badi bene, non la minimizza o banalizza, anzi, riesce a analizzarla da un angolo inconsueto, mostrandola quasi come un gioco, una serie di regole o fissazioni o superstizioni che caratterizzano un protagonista indimenticabile come Beo.

Satisfiction

Sulla rivista letteraria Satisfiction, una recensione a “Un morso all’imropovviso” a cura di Chiara Gilardi.

È questo un romanzo struggente ed emozionante, poetico e realistico al contempo. Un romanzo che non ci dà scampo, né vie di uscita: si mostra a noi con la sofferenza di colui che è ben consapevole di essere malato ma che desidera raccontarsi senza maschere. Cecchini sa essere ironico e scanzonato ma sempre garbato e lieve, poetico, di una poesia sobria e luminosa e per questo ancor più suggestiva e affascinante.

 

ELLE Decor

Su ELLE Decor Italia, la rivista di design, arredamento e stili di vita, architettura e arte, una recensione di “Un morso all’improvviso” a cura di Paola Maraone, nella sezione: “I libri che ci abitano”.

C’è un talento non comune in questo romanzo così fuori dall’ordinario che lascia indelebile traccia a chi ha la ventura di leggerlo; nel susseguirsi di microscopiche e cosmiche favole e nel modo in cui Cecchini accosta le parole, mescolando alto e basso, espressioni dialettali e auliche, potenti metafore che raccontano la vita in due righe.

L’Osservatore Romano

Su L’Osservatore Romano del 5 giugno 2023 è pubblicata una recensione di “Un morso all’improvviso” a cura di Silvia Gusmano.

Qui il link all’articolo.

Del resto, è un libro di parole, il racconto di Beo. Un racconto che divide il mondo tra chi le parole le trova e chi no. Nella certezza (chiarissima) che non trovare le parole sia la sconfitta.

 

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