Questo piccolo video dedicato a “Un morso all’improvviso”, che include alcune assai benevole recensioni, chiude un po’ il cerchio su un romanzo cui tengo molto.
Bollati Boringhieri (Pagina 1 di 2)
Nella Newsletter n. 19 di “Ci vuole un villaggio”, Silvia De Bernardin parla di “una serie di foto, un po’ di numeri e un romanzo per parlare di paternità e congedi”.
Il libro cui si riferisce è “Il cielo per ultimo”.
È un romanzo, questo di Michele Cecchini, che tra le righe della storia principale dice tanto su tante cose diverse: riflette sul valore delle parole e sui meccanismi della comunicazione, allarga i confini della “famiglia” alla comunità, indica la gentilezza come un modo possibile di stare al mondo e di trattare se stessi, le proprie debolezze e quelle degli altri.
Qualche giorno fa sono stato ospite del Liceo Scientifico Il Pontormo di Empoli per incontrare i ragazzi. Dagli incontri nelle scuole vengono sempre fuori cose molto interessanti. Gli allievi che hanno letto il libro riescono spesso a stupire con osservazioni profonde e riflessioni acute, segno evidente di un approccio al testo particolare, molto personale. Per questo ritengo che i ragazzi non siano affatto i “lettori di domani”, ma lettori a tutti gli effetti.
Di Beo (il protagonista di “Un morso all’improvviso”)
Di Valdirozzi (il luogo dove è ambientata la vicenda)
E di Coteto (il quartiere di Livorno)
Ovvero: anche le grullerie più assurde ci hanno sempre il precedente.
Che bel regalo mi ha fatto Luca Nardini!
“Questa è la storia di Beo scarabeo
che rotola la palla in discesa
e gli scappa.”
“La cacca?”
“No, la palla. C’è babbo che non c’è
c’è il naso storto, Luciano che è Lucignolo
lui Pinocchio…”
“E poi?, di più?”
“Marziani, tegami la mamma e la sorella, la luce
blu.”
“E dove siamo?”
“Siamo in un paese inventato
e nella testa di Beo”
“E quando siamo?”
“Nessuno lo sa… però per ogni eroe
e anche per Beo vale la vita, la morte
i miracoli, due volte
la natalità”.
Mercoledì 20 dicembre su Repubblica – Firenze è uscita una recensione di “Un morso all’improvviso” a cura di Gianmarco Lotti.
Ci sono pagine che fanno sorridere, altre sono pugni nello stomaco. Il linguaggio di Cecchini è variopinto ed evocativo.
Sono molto felice di essere ospite a Luzzara (Reggio Emilia), sabato 4 novembre 2023, del Centro Culturale Zavattini, il centro operativo di Fondazione Un Paese. Parleremo di “Un morso all’improvviso” ma anche del signor Cesare, uno dei personaggi de “Il Cielo per ultimo”, molto liberamente ispirato appunto alla figura di Zavattini. Il quale fu autore di una bellissima introduzione a un’edizione Einaudi di Pinocchio del 1961.
Sul Corriere della Sera – Corriere fiorentino, nella versione online, è stata pubblicata il 21 settembre una recensione a “Un morso all’improvviso” a cura di Simone Innocenti.
Delicatezza e ironia permettono a Cecchini di trattare la schizofrenia con una maestria davvero stupefacente. Perché è anche quella particolare malattia che l’autore racconta e lo fa con piglio serio ma allo stesso tempo dolce. Ed è inutile raccontare troppo di questa storia, che va letta dall’inizio alla fine. Perché anche sul finale che Cecchini sceglie ci sarebbe da dire un bel po’. E da rifletterci molto.
Sulla rivista: “Dire fare insegnare”, nella sezione “Nuovi spunti per la didattica”, compare una recensione di “Un morso all’improvviso”.
Un morso all’improvviso, edito da Bollati Boringhieri, è un romanzo delicato, in grado di aiutare i ragazzi e le ragazze della secondaria di II grado a riflettere su temi come l’emarginazione, l’alienazione e la morte con sincerità e compassione.
Da lunedì 18 settembre è disponibile sulle varie piattaforme (Spreaker, Spotify, ecc) la puntata del Podcast “Fuori dalle righe” in cui sono stato ospite per parlare di “Un morso all’improvviso”.
“Fuori dalle righe” è un Podcast di Radio Sankara a cura di Erika Pucci.
Questo il link per la puntata (su YouTube)