E QUESTO È NIENTE è un romanzo uscito nell’aprile 2021 per Bollati Boringhieri. La copertina è di Manuele Fior.
È una strana forma di letargia quella che coglie all’improvviso gli abitanti di via Cadorna, dove i più anziani sprofondano a turno in un sonno improvviso che dura ventiquattr’ore e poi svanisce senza lasciare traccia.
Qui, in un piccolo borgo della campagna fiorentina alla metà degli anni Sessanta, vive Giulio, il nipote del dottore del paese. Giulio ha sedici anni e ne dimostra la metà. Non si muove e non parla. Si definisce «un coso che ha due braccia e due gambe ma non funziona nulla». È tetraplegico. Immobile nel suo lettino, Giulio osserva, rielabora gli scampoli di vita che gli capitano a tiro, intercetta parole e reinventa l’esistenza a modo suo.
Insieme alle ipotesi che via via si dipanano sui motivi della letargia, Giulio racconta di sé e della sua famiglia – il nonno autoritario, il padre indolente, la madre a caccia di sogni – da cui emerge un quadro strampalato dei normali, «gli esseri più misteriosi e scontenti di tutti», messi straordinariamente a fuoco da chi normale non è, anzi si vede affibbiato l’epiteto di infelice.
Fin quando per Giulio si apriranno le porte di un mondo nuovo e inaspettato grazie a uno dei medici che giravano per i paesi alla ricerca dei piccoli pazienti invisibili: un «dottore alla rovescia» ispirato alla figura di Adriano Milani, fratello di don Lorenzo, che a lungo si batté perché la sanità restituisse a questi bambini dignità di persona.
La scrittura di Michele Cecchini, lieve e insieme cruda, invita a entrare con coraggio nei pensieri e nell’universo di chi non ha voce perché relegato nella categoria degli invisibili. Una fiaba senza fiabesco, dal tono mai patetico e a tratti scanzonato. L’esistenza raccontata da un bambino che non ha alcuna intenzione di rinunciare alla felicità e si lascia «amare dalla vita come viene viene».
Collana: Varianti
Codice isbn: 9788833936611
Formato: brossura
Numero di pagine: 144
“Una prosa musicale, impertinente e svolazzante, come sa essere il dialetto toscano, e però nel frattempo ti scava dentro”; “Nel libro c’è tutto il paradosso che è l’esistenza umana”
(Lorenzo Marone, Tuttolibri – La Stampa)
“Uno dei romanzi più sorprendenti dell’anno. E non solo perché diverte, commuove e arricchisce (…) Un romanzo dalla scrittura insieme poetica e diretta, lieve e dura, ironica, scanzonata e cruda che ci porta, senza retorica, nell’universo di chi non parrebbe avere voce”.
(Giulia Galeotti, L’Osservatore romano)
«Uno scrittore con un passo unico, felice, che merita molta attenzione».
(Andrea Bajani)
“Un libro partecipato, ispirato, che viene da lontano. Bellissimo”.
(Fabio Stassi)
“Un romanzo inusuale, una voce narrante meravigliosa, ironica, leggera; c’è un grandissimo disincanto nei confronti della sua situazione, però nello stesso tempo una grandissima curiosità nei confronti del mondo”
(Mariapia Veladiano)
“Un romanzo coraggioso e delicato che colpisce per stile, storia, contenuto. Una scrittura lieve e stupefacente”
(Simone Innocenti, La Lettura – Corriere della Sera)
“Capita che l’alieno tetraplegico parli un italiano limpido, buono per dire le storie, e nel mondo dell’italiese da romanzo (quello impostato da Moravia, dilagato per via editoriale) lui sembri un alieno. Quale sublime ironia, sì.”
(Tiziano Gianotti – Repubblica – D Donna)
“Un romanzo scritto con tale grazia e ironia che fa l’effetto di una boccata d’aria fresca (…). La voglia e la paura di vivere, l’ansia di abbracciare il mondo e il desiderio di ritrarsene con una profonda dormita mantengono in perfetto equilibrio, tra lo strazio e lo spasso, un libro capace di trasfigurare il dolore nel piacere della narrazione”.
(Fabio Canessa, Il Tirreno)
“Uno sguardo scherzoso e scanzonato”
(La Nazione)
“Il romanzo di Michele Cecchini, forte della sua scrittura cruda e al contempo delicata, suona come una fiaba senza fiabesco, dove il tono non è mai patetico, al contrario, è scanzonato e lucido come quello che solo i bambini sono in grado di possedere”
(Antonella Landi. Il Corriere della Sera – Corriere Fiorentino)